succede, senza rumore, come un déjà vu.
Una strada riconosce il passo,
il profumo del pane caldo
portato fin sotto casa tua.
È come se il tempo ti voltasse il viso all’improvviso.
Le dita cercano monete leggere
in fondo alle tasche;
un chewing gum che incolla.
Il respiro inciampa dove un tempo
restavamo a parlare –
sai, il cancello cigola ancora.
Un sorriso emerge da solo, senza motivo,
solo perché qualcosa è rimasta uguale.
Gesti che non hanno mai smesso di essere,
anche se li guardi con occhi nuovi, non estranei.
Restano sotto la pelle,
frammenti che il corpo non sa dimenticare.
Lascio che l'emozione mi attraversi,
come il vento dalla finestra socchiusa
porta un profumo di dolcezza,
quel sapore di dita unte di caramelle.
Non è ancora estate,
ma qualcosa, dentro, lo è già.
E accarezza i tuoi ricordi.
Il respiro trattenuto prima di dire ciò che non so spiegare.
Ti fermi.
Un attimo appena, e ti accorgi di quanto pesa il tempo.
Non consola,
non ferisce.
Resta.
Il contare piano, quando qualcosa fa paura.
Poesia protetta dai diritti d'autore. Pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633 e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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