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mercoledì 12 novembre 2025

Zenone di Cizio, sul ritrovare la calma nella vita: «

Zenone di Cizio, sul ritrovare la calma nella vita: «Il pensiero deve essere più forte della materia e la volontà più potente della sofferenza fisica o morale»

Il fondatore dello stoicismo ci insegna che la serenità interiore non è un lusso, ma una conquista razionale e virtuosa

Zenone di Cizio, filosofo fondatore dello stoicismo. Incisione di Thomas Stanley (1655).

Zenone di Cizio, filosofo fondatore dello stoicismo. Incisione di Thomas Stanley (1655).

La saggezza dell'antichità diventa necessaria ai nostri giorni, in cui la vita scorre a un ritmo frenetico che non concede tregua. Stimoli ventiquattr'ore su ventiquattro che raramente ci concedono una pausa. E tra i grandi pensatori che hanno riflettuto su come vivere una vita equilibrata, Zenone di Cizio (334 a.C. - 262 a.C.) spicca in modo particolare. Il suo insegnamento era incentrato sull'importanza della ragione, sul controllo delle passioni e sull'accettazione del destino come via verso la virtù.

Una delle sue frasi più famose riassume con precisione il suo pensiero: «Il pensiero deve essere più forte della materia e la volontà più potente della sofferenza fisica o morale». Va detto che questa frase è stata attribuita al filosofo e, sebbene riassuma l'idea del suo pensiero, com'è consuetudine in questo tipo di filosofi, non si trova letteralmente in un'opera specifica, ma è stata tramandata sulla base delle opere dei suoi discepoli.

Zenone di Cizio, filosofo fondatore dello stoicismo. Incisione di Thomas Stanley (1655).

Chi era Zenone di Cizio?

Zenone nacque a Cizio, una città portuale dell'isola di Cipro. Di origine fenicia e commerciante in gioventù, la sua vita subì una svolta decisiva dopo un naufragio che lo portò ad Atene. Lì, a contatto con i testi filosofici e i pensatori dell'epoca, iniziò la sua formazione intellettuale. Fu discepolo di Cratete di Tebe (scuola cinica), dal quale ricevette molta influenza, ma anche di Stilpone di Megara (della scuola megarica, che criticava profondamente la teoria platonica) e Polemone (scolarca – capo – dell'Accademia di Atene, che avrebbe instillato in Zenone aspetti relativi alla virtù e al carattere). Nonostante questi illustri maestri, Zenone non tardò a sviluppare un pensiero proprio che sintetizzava il meglio di ciascuna delle correnti che aveva studiato.

Intorno al 300 a.C. fondò la sua scuola nel Portico sipinto (Stoa pecile), una galleria decorata con affreschi nel centro di Atene. La Stoa diede origine al nome della sua dottrina: lo stoicismo.

Zenone non lasciò un'opera filosofica estesa che sia sopravvissuta, ma i suoi discepoli, come Crisipo, trasmisero la sua eredità dottrinale e la sua filosofia divenne un sistema completo di logica, fisica ed etica; quest'ultima, considerata da Zenone la più importante di tutte.

Il pensiero è più forte della materia

La prima parte della frase «il pensiero deve essere più forte della materia» riflette l'idea centrale dello stoicismo, secondo cui la supremazia della ragione prevale su quella corporea. Secondo questa dottrina, l'essere umano è composto da un principio razionale (l'anima o hegemonikón) e da una parte materiale (il corpo). La virtù, intesa come eccellenza dell'anima razionale, è l'unico vero bene.

Pertanto, per Zenone, i beni materiali sono totalmente superflui, indifferenti. La salute, la ricchezza o la bellezza non sono desiderabili di per sé. Ciò che conta veramente è come li usiamo o come li affrontiamo. Non è il dolore che ci danneggia, ma il nostro giudizio su di esso. Non è la povertà che ci degrada, ma il nostro atteggiamento nei suoi confronti. Questa visione si basa sulla dottrina stoica dell'indifferenza: tutto ciò che non dipende dalla nostra volontà deve essere considerato estraneo alla virtù e, quindi, irrilevante per essere felici.

La volontà, più potente della sofferenza

La seconda parte della frase, «e la volontà più potente della sofferenza fisica o morale», rimanda direttamente alla nozione stoica di prohairesis, ovvero la facoltà di scegliere liberamente le nostre risposte interiori, anche se l'ambiente è avverso.

Per lo stoicismo, la sofferenza fisica o emotiva non è un ostacolo insormontabile, ma un'ottima opportunità per esercitare la virtù. La volontà retta è quella che, guidata dalla ragione, agisce secondo il dovere, anche nel mezzo del dolore. In questo modo, la persona saggia non cerca di evitare la difficoltà, ma di trasformarla in un'occasione di crescita morale. La forza dello stoico non nasce dall'insensibilità, ma dal buon senso; non si tratta di negare la sofferenza, ma di non cadere in essa.

Eredità

Zenone insegnava ai suoi discepoli che lo scopo della vita è vivere secondo natura. Tutto accade per necessità, quindi ribellarsi all'inevitabile è inutile e causa sofferenza. Il meglio che possiamo fare è accettarlo con dignità. L'unica cosa che non sfugge al nostro controllo è il giudizio interiore; e quel giudizio può essere governato dalla ragione. Da qui, ritrovare la calma in mezzo al caos non è un atto di evasione, ma espressione di un autentico dominio interiore.

Così, anche se questo filosofo greco visse in un contesto radicalmente diverso dal nostro, i suoi principi conservano ancora oggi la loro attualità. In una società che esalta tutto ciò che è esteriore, come l'accumulo di beni o il successo, lo stoicismo ci ricorda che la vera stabilità dipende dal nostro atteggiamento, non dalle circostanze.

Cinque punti chiave sullo stoicismo: portare serenità in tempi confusi

Come possiamo avere una vita più serena e piena di significato? Gli stoici lo sanno bene e ti spiegano come ottenerla: affrontando le avversità con un altro atteggiamento.

Berta Erill Soto


Zenone di Cizio, filosofo fondatore dello stoicismo. Incisione di Thomas Stanley (1655)

Sono così tante le correnti filosofiche che sono emerse nel corso della storia in questo mondo così vasto che è facile perdersi tra i concetti. Tuttavia, alcune di esse sono state fondamentali per la loro epoca perché hanno dato forma a una nuova visione della società e, di conseguenza, a un modo di intendere la vita e di comportarsi.


È il caso dello stoicismo, una filosofia che ha più di venti secoli di storia e che, tuttavia, è più presente nella nostra realtà di quanto potremmo pensare. Cosa gli ha permesso di resistere così a lungo nel tempo fino a penetrare profondamente nelle società attual

Fin dalla sua nascita nel III secolo a.C. per mano di Zenone di Cizio, lo stoicismo si è affermato come una delle grandi scuole della filosofia greca e, di fatto, sarebbe stata l'ultima a fondarsi nell'antica Grecia. La sua popolarità è cresciuta rapidamente, e non c'è da stupirsi: se c'è qualcosa con cui ogni essere umano può identificarsi è proprio il bisogno di mantenere la calma nei momenti turbolenti. Così, riuscì a diffondersi nelle civiltà occidentali dell'antichità classica e a diventare una delle correnti più eccezionali della storia.


I cambiamenti della vita moderna, che avvengono a un ritmo sempre più accelerato, offrono spazio a una filosofia antica che fornisce importanti lezioni su come trovare accettazione e stabilità nonostante l'ambiente e le circostanze che ci circondano. Per iniziare a comprenderlo, vi offriamo cinque punti fondamentali sullo stoicismo.


1. È nelle nostre mani?

Probabilmente avete già sentito dire che «se non è nelle tue mani, non deve essere nemmeno nella tua testa». Ebbene, lo stoicismo predica qualcosa di simile: meritano la nostra energia solo quelle cose che sono sotto il nostro controllo e che, quindi, abbiamo la possibilità di cambiare.


L'imperatore romano Marco Aurelio, che era anche un rappresentante dello stoicismo nell'antica Roma, predicava nella sua famosa opera Colloqui con sé stesso (conosciuti anche coi titoli di Pensieri, meditazioni, ricordi e A sé stesso, traduzione letterale in greco antico) che «La felicità dipende da te, non dalle circostanze», sottintendendo che nel nostro ambiente ci sono eventi che non possiamo evitare o che non abbiamo il potere di cambiare, l'unica cosa che possiamo fare è accettarli per quello che sono e concentrarci sull'atteggiamento con cui li affrontiamo. Il resto, secondo questa filosofia, sono preoccupazioni inutili.


2. Vivere con virtù in ogni momento

Per gli stoici, la virtù è l'unico fine che esiste e consiste nel mettere la saggezza al centro di ogni azione. Solo così potremo vivere in armonia con la natura che ci circonda.


La virtù deve quindi essere praticata costantemente, agendo con moralità e ragione, e solo questo ci darà piacere o vera felicità. Al contrario, tutto ciò che è materiale o passeggero è considerato banale e ci allontana dalla retta via.


3. La soffereza è inevitabile, possiamo solo acccettarla

Non possiamo anticipare né controllare tutto ciò che ci causa sofferenza, questo è un dato di fatto: ci ammaliamo, soffriamo la perdita dei nostri cari per diversi motivi, o semplicemente a volte le cose non vanno come avremmo immaginato e dobbiamo affrontare il fatto di aver fallito.


In questo senso, lo stoicismo spiega che se la presenza della sofferenza in questa vita è inevitabile, possiamo solo trarne insegnamenti che rafforzino il nostro carattere, invece di adottare un atteggiamento pessimista e disfattista.


Così, questa filosofia ci invita a concentrarci sul trasformare le emozioni negative in positive, che loro chiamavano “passioni” buone o salutari.


4. Controllare ciò che desideriamo

Un altro concetto fondamentale dello stoicismo è quello di rifiutare gli impulsi, praticare il distacco, non aggrapparsi a ciò che è effimero e che, quindi, non porta la vera felicità. Inoltre, secondo lo stoicismo, questi elementi sono spesso la fonte della nostra infelicità e della nostra sofferenza.


Dobbiamo invece concentrarci sull'immateriale, coltivare la nostra pace interiore e, soprattutto, la virtù, e affrontare la vita con gratitudine, anche nei momenti più difficili, comprendendo che non tutto può essere sempre perfetto e che nulla è permanente. Ad esempio, le difficoltà ci offrono un'opportunità di crescita.


5. Essere migliori è uno sforzo costante

L'autodisciplina è una pratica, non una caratteristica intrinseca dell'essere umano. Partendo da questo presupposto, per mettere in pratica i quattro principi sopra menzionati sarà essenziale impegnarsi costantemente a controllare le emozioni e le ambizioni che ci causano frustrazione e lavorare sulla resilienza.


Solo così riusciremo a seguire la via della virtù, ad accettare la sofferenza con un atteggiamento migliore e, infine, a vivere più sereni, con dignità, riuscendo a mantenere la serenità e a dare un significato più profondo alla nostra vita.

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